La lotta alla Xylella è ancora lontana dall’essere vinta, anche perchè come è emerso nel corso dei lavori della IV Commissione, dedicata all’emergenza del batterio killer che ha infettato e ucciso migliaia di piante d’ulivo in Puglia, non c’è alcuna evidenza scientifica di soluzione ma l’unica speranza è quella di arrestarne l’avanzamento il più possibile.
Un tema particolarmente sentito anche nella BAT dove il flagello, che ha già colpito il 40% della regione, con un danno di oltre 1,6 miliardi di euro, ha fatto la sua comparsa insinuandosi su arbusti sempreverdi a Canosa di Puglia, nella cosiddetta zona tampone della provincia di Barletta-Andria-Trani, a circa 70 chilometri a Nord di Bari.
Sulla delicata questione ho voluto dare il mio personale contributo, sulle strategie da adottare alla lotta alla Xylella, fornendo delle riflessioni al presidente di Commissione Paolicelli, al direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Nardone e ai colleghi commissari, suggerendo la possibilità di potenziare il lavoro meticoloso già messo in campo dagli organi competenti, attingendo dai dati e dalle informazioni che le associazioni di categoria e i centri di assistenza agricola raccoglieranno nell’ambito del 7° censimento generale sull’agricoltura partito il 7 gennaio scorso.
Un’occasione per creare una valida forma di comunicazione e partecipazione che coinvolga gli agricoltori e li renda consapevoli delle norme da adottare uniformemente su tutto il territorio regionale.